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Terremoto. CNA: il 2012 sia 'franco' da tasse per imprese

Morelli: necessaria anche deroga a patto stabilita' per comuni

16-05-2013

Bologna, 16 mag. - Ad un anno dal terremoto, Cna fa un bilancio della ricostruzione. "Un anno non e' passato invano", tira le somme l'associazione artigiana, che indica nella burocrazia il freno maggiore alla ripartenza economica dei territori colpiti dal sisma, dove vivono quasi 600.000 persone (circa il 14% della popolazione regionale), sono concentrate migliaia di attivita' produttive, commerciali e di servizio e il 2% dei lavoratori dipendenti dell'industria. Il danno economico e' stato enorme, anche per questo Cna chiede che per le imprese dell'area il 2012 possa essere considerato un anno "franco" dal punto di vista fiscale. Alle aziende che hanno subito ingenti danni, vanno infatti aggiunte quelle imprese che pur non danneggiate direttamente, hanno subito l'impatto del terremoto o con il calo anche pesante di commesse e ordini (una riduzione media del fatturato stimabile in un 30%) o perche' obbligate a delocalizzare in quanto la loro attivita' si e' trovata nelle zone off-limits. La Banca d'Italia stima che nel comparto industriale siano stati circa 2.400 (il 20% del totale regionale) i posti di lavoro dipendente perduti nel 2012. L'unica eccezione e' rappresentata dal settore edile che, grazie all'avvio del processo di ricostruzione, e' invece aumentato di circa 1.000 unita'. Ripartire, dunque, e' stato difficile. In mancanza di una legge ad hoc sulle calamita' "si e' dovuto letteralmente "inventare" tutto dall'A alla Z e si sono fatti i conti con la burocrazia italiana, che, nonostante una legge nazionale sulle decertificazioni, fatica ad accettare le autocertificazioni e i controlli ex post come normalita'. Cosi', "cio' che dovrebbe essere semplice, come avere un Durc in tempo reale, e' diventato per molte imprese, un dramma", spiega Lalla Golfarelli, responsabile divisione politiche locali di Cna Emilia-Romagna.(segue)