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TPL. Aziende private pronte a rompere i patti con la Regione

Caipet: costi crisi li stiamo pagando solo noi, non il pubblico
 

22-11-2012

Bologna, 22 nov. - Ad un passo dalla definizione del Patto per la mobilita' 2013, le aziende private impegnate nel trasporto pubblico locale (Tpl) minacciano di non sottoscrivere l'accordo con la Regione. Il ruolo delle aziende del settore, sostiene il consorzio Caipet (che associa Anav-Confindustria, Legacoop Servizi, Cna Fita, Confartigianato e Confcooperative), e' poco valorizzato e sui privati spesso viene scaricato il peso dei tagli imposti a livello centrale ai servizi pubblici locali. "A Modena e Reggio i privati sono stati costretti a disdire i contratti per il servizio pubblico perche' non ci stanno dentro", conferma  Elmo Giovannini, coordinatore regionale del Caipet Emilia-Romagna. Le aziende, fin qui, tutto sommato hanno tenuto, ma "ci sono imprese che hanno dovuto licenziare, mentre non tutte sono riuscite ad ottenere gli ammortizzatori in deroga", spiega Bruno Ricci Petitoni della Fita Cna. "Molti tagli- conferma- vengono scaricati sui servizi esternalizzati, mentre non viene mai toccata la parte alta del costo, che e' nelle aziende pubbliche".  Ora, di fronte alle trasformazioni del Tpl legate al calo costante delle risorse e al cambiamento della domanda, le aziende private reclamano un ruolo proporzionale all'impegno profuso. Dei 114 milioni di chilometri garantiti ai cittadini, i privati coprono ormai il 21% attraverso l'affidamento dei servizi, per lo piu' sulle percorrenze piu' lunghe, a 150 imprese cooperative, artigiane e industriali, che danno lavoro a 700 persone e offrono un parco mezzi di 400 veicoli. Il settore, stretto tra l'aumento dei costi e la riduzione delle risorse, rischia il collasso e deve, per di piu', fare i conti con un'evasione tariffaria che supera il 5% dei viaggiatori.(segue)