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Federalismo. CNA: piace a imprenditori, ma senza nuove tasse -2-

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13-06-2011

Bologna, 30 mag. - In prospettiva, gli imprenditori auspicano che si possa riuscire a ridurre il carico fiscale su cittadini e imprese. "La prossimita'- dicono- puo' comportare anche un miglior controllo sull'impiego delle risorse nello stesso territorio dove si originano". Lo pensa un imprenditore su due. Nella percezione dei piccoli e medi imprenditori, dunque, l'Emilia-Romagna potrebbe essere avvantaggiata da una riorganizzazione federalista del Paese. Quel che non convince, e' il meccanismo oggi in vigore che, paradossalmente, fa si' che il prelievo fiscale risulti penalizzante proprio per le amministrazioni piu' virtuose. Gli imprenditori dell'area Emilia esprimono un consenso ancor piu' ampio di quelli dell'area Romagna, rispetto alla prospettiva di "autentico" federalismo attraverso il quale le entrate dovrebbero essere equamente divise tra Stato centrale ed amministrazioni locali. Non mancano tuttavia anche forti perplessita'. Si evidenziano infatti alcuni timori, primo fra tutti quello che la riduzione delle risorse destinate agli Enti locali abbia, quale conseguenza, una riduzione dei servizi ed un significativo incremento delle tasse locali. Inoltre preoccupano l'eventuale aumento dell'addizionale Irpef e l'istituzione dell'Imu, la nuova imposta che dovrebbe sostituire l'Ici, ma a costi maggiori. Alla domanda: "Lei pensa che la riduzione dei trasferimenti statali ai Comuni possa determinare la scelta di aumentare la pressione fiscale?", l'87% risponde si'. La maggioranza degli intervistati non ritiene dunque probabile una diminuzione della pressione tributaria e sul federalismo fiscale prevalgono le valutazioni di segno critico, specialmente tra gli imprenditori della Romagna (quasi l'80%)