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Edilizia Modena. CNA-Lapam: poche aree di smaltimento scarti

presentati a 10 comuni dell'appennino le richieste di 200 imprese

28-10-2010

Modena, 27 ott. - E' un problema datato, ma ancora ben vivo quello delle imprese di costruzioni del modenese, che necessitano di aree idonee ed autorizzate dove depositare i materiali di risulta delle demolizioni. Esigenza particolarmente sentita in Appennino, dove aree ed impianti dedicati sono assolutamente insufficienti e le imprese sono costrette a lunghi ed onerosi trasferimenti che si ripercuotono inevitabilmente anche sui prezzi (e sul traffico). Tant'e' vero che alcune demolizioni possono arrivare a costare quanto le costruzioni. A denunciare la situazione e' Lapam e Cna Modena, che assicura "la volonta' delle imprese di impegnarsi in questa direzione: alcune aziende, addirittura costituendo societa' ad hoc, hanno piu' volte sollecitato alcune amministrazioni, e' il caso di Pavullo e Serramazzoni, per individuare siti idonei dove iniziare questa attivita' importante per l'intero settore", commenta Andrea Bertoni, presidente dell'Unione Costruzioni di Cna. "Anche la Provincia e' d'accordo su questi tematiche. Ora tocca ai comuni individuare queste aree", aggiunge Roberto Ferrari, presidente di Lapam Edilizia. Nonostante l'interesse di diverse imprese a realizzare impianti di raccolta e riciclaggio di inerti da costruzione, non esiste tutt'ora una pianificazione urbanistica adeguata. Per le due associazioni di categoria la situazione e' ancora piu' incongruente alla luce del decreto 203 del 2003, che prevede l'obbligo per Comuni, enti e societa' pubbliche di coprire il 30% del fabbisogno annuale di manufatti e beni con prodotti ottenuti da materiale riciclato: "Dove si puo' reperire agevolmente il riciclato, se gli impianti di trasformazione sono insufficienti?". (segue)