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Commercio Ravenna. Artigiani contro Ascom: ricorso sbagliato consumo sul posto,

"da nuove regole nessuna concorrenza sleale"

28-05-2009

Ravenna, 28 mag. - Dare la possibilita' a rosticcerie, pizzerie al taglio, gelaterie e pasticcerie di far mangiare i clienti direttamente sul posto non vuol dire far "concorrenza sleale" a bar e ristoranti, come teme l'Ascom. Il nuovo regolamento con cui il Comune di Ravenna disciplina il consumo sul posto per la attivita' alimentari artigianali, puntualizzano Cna e Confartigianato, "non modifica la vera natura dell'attivita' svolta". Infatti vieta di ricorrere alle stesse attrezzature dei normali "esercizi di somministrazione", come appunto bar e ristoranti, esclude piatti, bicchieri e posate non di plastica o la possibilita' di prendere ordinazioni. Inoltre, tavolini e sedie potranno trovare posto su un'area di massimo cinque metri per cinque, non potranno essere montati dehors e l'unica consentita sara' qualche ombrellone.    "Facciamo presente che un'altra differenza tra i pubblici esercizi e gli artigiani del settore alimentare e' dettata dalla tassa di occupazione di suolo pubblico", continuano le associazioni: gli artigiani la pagano tutta, gli altri il 50%. L'obiettivo del regolamento che Ascom ha impugnato, insomma, e' quello di rendere Ravenna sempre piu' "accogliente per i turisti e i cittadini": gli artigiani, i commercianti e tutte le associazioni che li rappresentano- continua la nota congiunta- possono e devono dare un contributo positivo e costruttivo". A parole sono d'accordo anche i commercianti, rimproverano Cna e Confartigianato, ma "il ricorso da parte dell'Ascom e' chiaro e inequivocabile: chiede l'annullamento dell'intera delibera", riassumono, non l'equiparazione delle attivita' artigianali in pubblici esercizi "come traspare nelle dichiarazioni di questi giorni".