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Crisi. Errani: in Italia non c'e' una politica industriale

"se si interpreta crisi solo con l'attesa, il paese peggiorerà"

12-05-2009

Bologna, 11 mag. - "Quanto fatto per gli ammortizzatori sociali si ripeta per le politiche industriali, a partire dalla rivoluzione per logistica e mobilita' basata sulle opportunita' offerte dall'Alta velocita', ma anche dalla centralita' della formazione e di una energia che sia sostenibile". Cosi', Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna, oggi a Bologna per la seconda iniziativa organizzata da Cna in occasione della Settimana Europea delle Pmi, indica al Governo la linea da seguire per uscire dalla crisi economica. Per Errani infatti ora in Italia "non abbiamo una politica industriale, se il Paese interpreta la crisi solo in chiave di attesa- cioe' se aspetta che dalla crisi si esca senza fare nulla- sara' in condizioni peggiori domani". Per il governatore, "il problema non e' quanto tempo ci metteremo ad uscire dalla crisi, ma come entreremo nella ripresa", e ribadisce: "Qual'e' la politica industriale del Paese, come aggrediamo il gap formativo?". Errani rilancia la "sfida del ferro", mettendo in campo "una rete integrata di interventi per rilanciare il settore, dobbiamo farlo, ma ho l'impressione che si stia aspettando, non so bene cosa". Poi e' indispensabile "una riforma della scuola e e dell'Universita', ma non puo' essere dettata dai ragionieri".    Ivan Malavasi, presidente nazionale di Cna, suggerisce invece al Governo di "togliere gli incentivi alle imprese che non pagano le piccole e medie sottostanti", cioe' che fanno parte della filiera dei fornitori.