News DIRE


Imprese. CNA: pmi sono motore europeo, ma troppo penalizzate

Galassi: politica non si ricordi di loro solo durante le crisi 

12-05-2009

Bologna, 11 mag. - Le piccole e medie imprese (Pmi) motore dell'economia europea. Il 99,8% delle aziende europee ha meno di 250 addetti e fattura meno di 50 milioni di euro. Le pmi danno lavoro al 67% dei cittadini europei, producono il 55% del valore aggiunto e l'80'% dei nuovi posti di lavoro. In questo quadro, l'Italia e' il Paese europeo col piu' alto numero di piccole imprese, alla pari con Francia e Germania, il doppio del Regno Unito: 4,2 milioni con meno di 50 addetti che danno lavoro a 11,7 milioni di persone e producono il 45% del valore aggiunto italiano. E l'Emilia-Romagna ha un 'peso' notevole in questo panorama: e' tra le regioni tradizionalmente basate sull'economia diffusa: 387.000 le imprese da uno a 19 addetti in tutti i settori che occupano 913.000 addetti e circa 400.000 dipendenti con un fatturato di 92 miliardi, pari a circa il 21% del fatturato complessivo e producono il 25% del valore aggiunto regionale.    "Le Pmi sono state individuate dall'Ue come punto di forza per lo sviluppo dell'Europa e strumento per contrastare gli effetti negativi della crisi", sottolinea Quinto Galassi, presidente regionale Cna, oggi a Bologna per la seconda iniziativa organizzata dalla sua organizzazione in occasione della Settimana Europea delle Pmi. Per contro, "l'Ue non interviene a tutela dei settori, anzi spesso accade il contrario in forza delle regole di salvaguardia della concorrenza. Spesso, quindi, le ricadute delle politiche comunitarie non sono state efficaci, a causa sia di una debolezza delle conseguenti traduzioni nazionali, ma soprattutto per un deficit strutturale, di taglia, non adeguatamente colmato dal rafforzamento delle organizzazioni intermediarie", aggiunge Galassi. (SEGUE)