News DIRE


Imprese Forli-Cesena. calzaturiero rubicone, crisi -2-

segue

24-07-2008

(DIRE) Forli', 23 lug. - Riprende Dellamotta: "Intanto si sta distruggendo il tessuto produttivo locale, costituito da tanti artigiani che lavorano per queste ditte, ma che oggi si trovano sotto il ricatto di dover abbassare i prezzi, oppure il lavoro verra' affidato ai cinesi, quelli presenti in Italia, non in Cina ma nei capannoni a fianco, che propongono prezzi che non coprono neppure il costo orario del lavoro". Insomma, l'indotto della scarpa starebbe andando in fumo, come e' drammaticamente declinato negli anni scorsi il mobile imbottito forlivese (divani e poltrone). "A San Mauro arrivano da tutto il mondo per la ricerca e il design della scarpa, ma se perdiamo il know-how dei nostri artigiani, si perde tutto il vantaggio anche per gli industriali", dice sconsolato Matassoni. In numeri, il distretto del Rubicone, da' lavoro a tremila addetti, con 400 miliardi annui di fatturato e 150 milioni di paia di scarpe prodotte (il 75% va all'export). Ben il 65% delle 150 aziende del settore e' sotto i 20 dipendenti e proprio i "piccoli" rischiano la chiusura. "Gli industriali si riempiono la bocca col 'Made in Italy', ma sono i primi che lo stanno distruggendo- conclude Matassoni-. Quello che chiediamo e' un tavolo di confronto immediato a livello nazionale e provinciale e linee di prodotto di alta gamma uniche per le aziende del distretto. Da parte nostra c'e' la disponibilita' a certificare un marchio del 'Made in San Mauro', come garanzia per le industrie dell'alta moda e dei consumatori". "Chiediamo inoltre che si facciano i controlli sulle imprese cinesi, non ce n'e' una in regola. Tutti sappiamo dove sono, basta che l'Ispettorato del Lavoro si dia da fare per alcuni mesi e ci sara' meno concorrenza sleale", chiude Dellamotta.