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Lavoro. artigianato, venerdi' sciopero e presidio. -3-

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17-07-2008

(DIRE) Bologna, 16 lug. - Per Danilo Barbi (Cgil) si tratta di una vera e propria "crisi delle relazioni con le associazioni artigiane", e' finita quella "fase virtuosa in cui pure discutevamo e litigavamo, ma nel merito e in modo piu' circostanziato". Da parte delle associazioni, continua, arrivano "pregiudiziali non sulle quantita' richieste ma strutturali", per mettere in discussione il livello di contrattazione nazionale. In sintesi, secondo i sindacati, la controparte vorrebbe che "si lavorasse di piu' guadagnando meno". In particolare chiedendo che "l'orario di lavoro di riferimento  per la retribuzione sia quello risultante dalla media delle ore prestate in piu' mesi (sei, ndr)- spiega una nota sindacale- con la conseguenza concreta di non retribuire gran parte delle prestazioni in orario 'straordinario' perche' destinate a recuperare eventuali riduzioni dell'orario stesso, ma attuate in giornate diverse". In gioco, secondo Merloni (Uil), c'e' il futuro stesso del settore: se i salari sono troppo bassi, "appena puo' un lavoratore passa a qualcos'altro". Ragazzini (Cisl) aggiunge che "i sindacati hanno gia' dimostrato di essere disponibili a mediare", ora tocca anche alla Regione per vedere "se ci da' una mano a rimettere su una strada civile e non ideologica" il confronto. Con l'occasione il mondo sindacale ne approfitta per inviare un paio di repliche ad Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria, che ieri ha presentato una ricerca secondo cui le imprese lamentano una mancanza di manodopera specializzata. Il commento dei sindacalisti e' praticamente corale: per forza, "pagano poco e non fanno formazione". Mantovi la mette in matematica: "Artoni vorrebbe lavoratori con l'eta' anagrafica di un 30enne, la professionalita' di un 50enne e lo stipendio di un 18enne. Ma e' un'equazione impraticabile".