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BOLOGNA. IMPRESE - PICCOLE MA AMBIZIOSE

SEMPRE PIU' NEL MONDO INDAGINE CNA: +10% DI QUELLE CHE ENTRANO IN NUOVI MERCATI ESTERI

22-04-2008

(DIRE) Bologna, 22 apr. - Il "Made in Bologna" coglie la sfida del mercato globale. Lo rileva un'indagine di Cna Industria registrando una crescita, sui mercati esteri, non indifferente: aumentano del 10% le imprese bolognesi che fanno il loro ingresso in nuovi mercati, mentre quelle gia' presenti hanno incrementato del 10% gli investimenti. Sono imprese con una media di 20 dipendenti, che hanno investito non solo all'estero ma anche in risorse "immateriali" in Italia. Le imprese nate sotto le Due Torri, assicura il neo presidente Giorgio Tabellini, da poco primo presidente di Cna industria, non delocalizzano in cerca di manodopera a basso costo. Sono piuttosto costrette a creare sedi in altri paesi perche' qui la manodopera scarseggia. Questa internazionalizzazione, poi, specifica Loretta Ghelfi, segretario Cna Bologna, non ha avuto effetti negativi sull'occupazione a livello locale. Anzi, spiega, e' aumentata quella di tipo alto cioe' manageriale, di progettazione, marketing. L'indagine, pero', ha messo in evidenza anche alcuni aspetti critici. Prima di tutto la scarsa efficienza delle istituzioni nazionali a supporto del commercio estero. Il "sistema Italia", emerge dall'indagine, e' considerato poco presente e poco efficiente dalle imprese che guardano oltre confine. Ossia, traduce Tabellini, c'e' "una difficolta' di incrocio straordinaria tra le piccole e medie imprese e le istituzioni". A differenza dell'associazione di riferimento che e' considerata partner affidabile a cui fare riferimento.
Altro dato critico: il 30% delle imprese segnala problemi di concorrenza sleale sui mercati esteri, mentre la richiesta "e' quella di lottare sul mercato internazionale ad armi pari".
Una richiesta che Cna gira direttamente al nuovo governo. "Bisogna adoperarsi per avere norme internazionali uguali per tutti", spiega Tabellini.
Oltre alla necessita' delle imprese di sentire piu' vicino lo stato, Tabellini parla di riduzione della fiscalita', necessaria, sostiene, se si vuole fare ripartire i consumi. Poi il nodo infrastrutture, ma su questo, commenta un po' rassegnato, "e' come parlare al vento". Le infrastrutture, spiega, sono un nodo fondamentale, senza le imprese possono essere brave finche' vogliono, ma perdono competitivita'. Per questo e' prioritario, per Tabellini, il Passante Nord. E ancora si devono affrontare i temi innovazione e aggregazione delle imprese in rete. Su questo fronte Cna si sta gia' impegnando lavorando fianco a fianco con Unindustria, con cui ha appena concluso il progetto "Rivitalizzazione del distretto meccanico bolognese" e sta studiando un progetto di internazionalizzazione per investimenti in Cina. Un'unione che puo' stupire se si pensa all'iniziale conocorrenza tra le due associazioni. Ma niente di strano, assicura Tabellini. Inizialmente le imprese crescevano dentro Cna, racconta, e poi andavano con altre associaizoni. Una cosa normale visto che Cna rappresentava esclusivamente aziende piccole e piccolissime. Poi pero' le cose sono cambiate e si e' costruita un'associazione di piccole medie imprese. Cosi', prosegue Ghelfi, quando la neonata Unindustria si e' presentata come "unica associazione" e' normale che si sia creata un po' di concorrenza. Ma ora tutto accantonato, assicurano, perche' "non c'e' motivo di contrapposizione" e "e' necessario collaborare per accrescere la competitivita' del territorio". Anche se, ammette, "certo poi c'e' chi e' piu' o meno bravo e noi facciamo di tutto per essere i piu' bravi".
A un anno dalla sua nascita Cna Industria conta 2.000 piccole e medie imprese bolognesi, il 5% in piu' rispetto alla nascita, nel 2007.