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ELEZIONI. PD: A BOLOGNA SPUNTA SANGALLI, A MODENA GUERRA

LA GIOVANE ECONOMISTA INSIDIA UNO TRA BARBOLINI E MIGLIOLI

22-02-2008

(DIRE) Bologna, 22 feb. - Grandi manovre elettorali in due delle citta' piu' importanti della regione, Modena e Bologna. Qui, nel toto-nomi per i candidati nelle liste del Pd si fa largo anche quello del presidente della Camera di commercio, Gian Carlo Sangalli, segretario nazionale di Cna. "Adesso non e' vero", risponde a caldo il diretto interessato. "Non escludo e non confermo- aggiunge- ma non c'e' nulla da confermare". Insomma, Sangalli, che e' stato eletto per la terza volta alla guida di Palazzo della Mercanzia proprio nelle scorse settimane, non cade completamente dalle nuvole.
A Modena, invece, prosegue faticosamente la composizione della lista del Pd. Mentre una pattuglia di 200 imprenditori, pronti a sborsare dai 500 ai 100 euro ciascuno per sostenere Walter Veltroni, sta per sedersi a tavola per una cena elettorale a Nonantola, non si ferma il tam tam su chi entra e chi rimane fuori dai giochi: pare siano blindate le candidature di Mariangela Bastico e Manuela Ghizzoni, entrambe uscenti al primo turno. Rischiano, invece, l'ex sindaco di Modena, Giuliano Barbolini e Ivano Miglioli, gia' segretario provinciale dei Ds,
tutti e due eletti per la prima volta in Parlamento (il primo al Senato, il secondo alla Camera) nel 2006. Uno dei due potrebbe trovarsi a dover fare posto alla giovane economista Cecilia Guerra, gradita allo stesso Veltroni.

Riprendono vigore nel frattempo le chance della lettiana, ex candidata alla segreteria regionale del Pd, Palma Costi. Il suo nome, prevedono gli addetti ai lavori, uscira' quasi sicuramente dalle consultazioni, anche se non e' detto che possa essere inserito a Modena. Costi potrebbe, pero',
entrare nella lista regionale come terzo nome femminile in quota Letta, in base agli accordi presi per la rappresentanza delle minoranze del Pd.
   Molto dipende dall'esito del braccio di ferro in atto tra l'Emilia-Romagna e Roma sulle quote riservate ai "paracadutati" dalla capitale, ai quali andra' il 30% dei posti sicuri: si tratta di decidere se fare il conto sui 25 parlamentari che verranno probabilmente eletti in regione in caso di sconfitta, come si vuole al di qua dell'Appennino, o prendere a riferimento i 30 eletti del 2006, come insiste Roma. Nel primo casi i posti per i paracadutati sarebbero otto, nella seconda ipotesi dieci.