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REGIONE. TRASPORTI, CASA, IMPRESE: TUTTI CHIEDONO PIU' SOLDI

UDIENZA CONOSCITIVA CON LE CATEGORIE ECONOMICHE SUL BILANCIO

03-12-2007

 Le categorie economiche battono cassa in Regione. Dopo la presentazione del bilancio di viale Aldo Moro e' l'ora dei 'desiderata' delle associazioni che oggi hanno preso parte all'udienza conoscitiva della commissione Bilancio. Aprendo gli interventi, Mauro Colombarini, del Sunia regionale, rilevando positivamente la nuova attenzione che si registra sul versante delle politiche abitative da parte dello Stato, ha tuttavia criticato il fatto che il piano di intervento della Regione in questo settore, finalizzato al recupero di alloggi pubblici inutilizzati da destinare ai ceti sociali piu' deboli, si basi sugli alloggi attualmente disponibili e non sui bisogni reali.
Risulta infatti, ha spiegato, che sono le grandi citta' metropolitane a necessitare maggiormente di questi interventi e quindi e' li' che andrebbero concentrate le risorse.

Un altro aspetto problematico, ha aggiunto Colombarini, riguarda il taglio di circa un terzo delle risorse statali finalizzate ai contributi per l'affitto, un problema grave se si considera che le famiglie a piu' basso reddito ne spendono circa il 50% per pagare il canone. Di qui la  richiesta per il 2008 di incrementare le risorse regionali destinate a questo settore.
Mario Agnoli, della Confindustria regionale, ha evidenziato la necessita' per il 2008 di dedicare particolare attenzione al sostegno e al mantenimento della competitivita' del sistema delle imprese. A suo parere, infatti, le politiche industriali corrette messe in atto dalla Regione hanno dato risultati positivi e apprezzabili, ma vanno integrate le risorse ad esse destinate.
Soprattutto considerato che il Fondo unico e' rimasto da tempo invariato.

In sostanza, sono tre le voci prioritarie sulle quali Agnoli ha chiesto alla Regione risorse integrative: la formazione professionale, un settore che ha registrato una forte riduzione di risorse da parte della Unione europea (da 1.300 a 810 milioni di euro), gli investimenti delle imprese in campo ambientale, per i quali il Fondo di rotazione regionale e' largamente insufficiente (dovrebbe raggiungere almeno la quota di circa 10 milioni di euro), gli investimenti produttivi in macchinari e le azioni di sostegno all'internazionalizzazione.
Gabriele Morelli, della Cna regionale, si e' soffermato fra l'altro sulla necessita' di sostenere la ripresa delle piccole e medie imprese, che hanno dato prova di possedere una grande capacita' di reazione, ma, ha lamentato l'esponente della Cna, nella manovra finanziaria regionale si vede poco in questa direzione. Adriano Marchi, dell'Alma (Agenzie locali per la mobilita' associate), si e' soffermato in particolare sulla crisi che sta attraversando il trasporto pubblico locale che, ha ricordato, costituisce il 4-5% del prodotto interno lordo dell'Emilia-Romagna. Marchi ha ribadito la necessita' di recuperare circa 30 milioni di euro per rilanciare il settore e finanziare e garantire anche i servizi minimi. Non c'e' pero' l'attenzione che questo settore meriterebbe, ha concluso Marchi, aggiungendo che anche gli enti locali devono assumersi la responsabilita' di destinare finanziamenti a questo settore.
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento di Roberto Generali, della Confservizi, che ha sottolineato l'insufficienza delle risorse ad esso destinate ed ha parlato di situazione sull'orlo del precipizio per quanto riguarda soprattutto i bilanci delle Aziende (7 su 9 sono in passivo) e delle Agenzie (2 su 9 in passivo).

Davide Urban, della Confcommercio regionale, ha intravisto nella manovra aspetti positivi ed ombre.

Fra i primi il finanziamento della legge 40 per il settore turistico. Per quanto riguarda invece lo sviluppo dei consorzi di garanzia collettiva fidi, Urban ha parlato di un buon segnale, lamentando pero' l'esiguita' delle risorse destinate al sistema dei consorzi, che consente interventi efficaci per le imprese. Anche per il rappresentante di Confcommercio, poi, un aspetto critico e' sicuramente quello del calo di risorse per la formazione professionale. Secondo Urban, quindi, l'esiguita' delle risorse deve essere compensata da misure di cofinanziamento regionale delle risorse destinate con il Fondo sociale europeo.

Chiudendo l'incontro, l'assessore alle Finanze e vicepresidente della Giunta, Flavio Delbono, ha rilevato un aspetto che a suo dire viene sistematicamente trascurato, cioe' il Patto di stabilita', che alle Regioni si applica a livello di spesa. Le risorse che in base a tale Patto la Regione puo' impegnare ammontano a 2 miliardi e 250 milioni di euro. Non basta quindi reperirle, ha aggiunto, bisogna poi decidere a che cosa
destinarle restando all'interno del tetto fissato dal Patto in questione. L'assessore ha inoltre rammentato che la stesura del bilancio tiene conto della finanziaria nazionale che, anche quest'anno, non e' armonica rispetto ai vari interessi e bisogni presenti nella nostra regione. Ci sono settori, ha precisato, prioritari per noi, come quello della non autosufficienza, che riguarda potenzialmente 1.800 famiglie emiliano-romagnole e che rappresenta la spesa principale volontaria di questa Regione (circa 313 milioni di euro).