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BOLOGNA. IMPRESE - MANIFATTURIERO STABILE, MA CRISI E' FINITA

29-11-2007

Crescono poco (1,9%) a livello regionale e sono quasi stabili (-0,2%) sul territorio bolognese.
Per loro pero' "non parliamo piu' di processi di crisi ma di trasformazione". Le imprese manifatturiere di Bologna e dell'Emilia-Romagna dunque stanno per uscire dal tunnel. Ma ci vorra' ancora tempo e denaro. "Ci troviamo di fronte a sei anni di finanziamenti europei, 347 milioni sulla trasformazione delle aziende". E nel corso di questi anni "il processo si concludera' e sara' irreversibile". Parola dell'assessore alle Attivita' Produttive della Provincia di Bologna Pamela Maier. Ma dal convegno sulle trasformazioni del sistema produttivo bolognese emergono ancora delle criticita'. Innanzitutto la crescita debole dell'occupazione (se non una sua diminuzione in alcuni settori), a fronte di un export del manifatturiero molto attivo: piu' 26% rispetto al 2001. E la permanenza di un fattore strutturale negativo, compensato da crescite congiunturali (e quindi legate
al momento storico).
   A seguire c'e' il tema della formazione, legato a doppio filo alla capacita' di innovare. Un problema, dice Alberto Vacchi di Unindustria e ad dell'Ima "forte a cui le istituzioni devono porre rimedio. Non possiamo pensare di poter andare avanti con ingegneri importati dalla Cina e dall'India". E infine, altro fattore non di poco conto, i fondi pubblici diminuiranno. Vero e' che per il sistema produttivo emiliano-romagnolo arriveranno  347 milioni, ma "sono un terzo di quelli che prenderanno Toscana o Piemonte", dice Silvano Bertini, responsabile del Servizio Politiche economiche della Regione. Come dire, non si premia chi
ha lavorato bene, ma si aiuta solamente laddove permangono forti criticita'.
Da viale Aldo Moro si traccia comunque il quadro regionale dei prossimi dieci anni: "Si rafforzera'- sottolinea Bertini- l'asse della filiera meccanica,
agro-alimentare e ceramica".
   Il comparto produttivo del territorio bolognese sta quindi reagendo alla globalizzazione, nonostante la sua frammentazione in tante piccole realta'. Per cui "non possiamo pensare ad un sistema produttivo trainato da alcune locomotive, ma come crescere una massa di attori", sottolinea Roberto Centazzo della Cna. Tra le imprese c'e' chi razionalizza (trasporto e commercio), chi si riorganizza (edilizia, costruzioni, turismo) e chi si struttura per adeguarsi alle nuove sfide (moda, elettronica e chimica). Insomma l'unica crescita chiara e' nei servizi, principalmente quelli alla persona, che non sembrano per nulla turbati dalle nuove dinamiche del mercato.