News DIRE


TRASPORTI.

GRIDO D'ALLARME DI FITA-CNA E ANSTC LEGACOOP; VENERDI' CONVEGNO

21-11-2007

(DIRE) Bologna, 21 nov. - Aumentano i costi delle materie prime, le infrastrutture sono insufficienti e le imprese straniere non rispettano le leggi e possono stabilire tariffe piu' convenienti. Insomma, il quadro del sistema del trasporto merci in Italia, disegnato oggi dalla Fita-Cna e Anstc Legacoop in conferenza stampa, si tinge di nero. Quadro nero a cui vanno aggiunte le 3 mila infrazioni riscontrate dalle forze dell'ordine sui 10.365 controlli e i 277 tir rubati nel 2006.
Dal tavolo, comunque, escono anche proposte, come test antidroga per gli autisti e un sistema autofrenante idraulico, la responsabilita' della committenza nella sicurezza e pese obbligatorie nella rete stradale per evitare il sovraccarico.
"Le nostre imprese sono massacrate", dice Gianni Montali, responsabile regionale della Fita-Cna. Le aziende di autotrasporto "sono sempre piu' succubi alle regole del mercato", a causa della deregolamentazione che ha intaccato il rapporto tra committenza, i proprietari che spediscono le merci, e i vettori.
Le imprese "per poter reggere dal punto di vista economico, non rispettano piu' le normative del codice della strada, il rapporto tra i tempi di guida e i tempi di riposo". Di fatto sono obbligate ad operare nell'illegalita', perche' "la sicurezza ha un costo- prosegue Montali- la concorrenza ci sta portando al non rispetto delle regole". Ed i vettori provenienti dall'estero, principalmente dall'Europa dell'Est hanno costi di gestione inferiori del 50%, margine che viene garantito dal mancato rispetto delle norme sul lavoro (orari, contratti e lavoro nero) e sulla sicurezza (camion vecchi e inquinanti che viaggiano sovraccarichi).
Sicurezza e legalita', sistema infrastrutturale, sottolinea il presidente di  Ancst-Legacoop Alberto Armuzzi, "creano un gap di competitivita' che e' vero che in prima battuta riguarda le imprese di trasporto che perdono fatturato", ma poi i suoi effetti dilagano in tutto "il sistema paese". Se le infrastrutture stradali sono insufficienti, mancano anche quelle "idonee affinche' l'autotrasportatore si fermi- dice Armuzzi- non ci sono aree che garantiscano la sicurezza degli uomini e delle merci trasportate". Se questo e' l'ambiente in cui si muove il settore trasportistico italiano ed emiliano-romagnolo rimane da porsi una domanda: che fare? "Ci sono imprese che non versano i contributi ai dipendenti e non pagano l'Iva allo Stato- dice il presidente regionale di Fita-Cna Gilberto Piraccini-basterebbe che le aziende committenti chiedessero il modulo F24 (modulo che dimostra che hai versato l'Iva e i contributi) alle aziende che effettuano il trasporto".
Sul fronte della sicurezza, le associazioni chiedono di "inserire il test antidroga per gli autisti di Tir". Un'altra soluzione potrebbe essere l'introduzione "obbligatoria, di serie" del Retarder, un sistema autofrenante idraulico che risparmia i freni del camion, garantendo uno spazio di frenata "inferiore del 50%". Ma i costi non possono essere solo a carico del trasportatore: "La committenza deve essere responsabile".

Infine c'e' il problema del sovraccarico, che aumenta lo spazio di frenata e mette sotto stress l'autoveicolo al punto da poter essere causa di incidenti. "Ci vogliono 4 pese in Italia, una al porto di villa San Giovanni (Reggio Calabria), una prima di Bologna, una ad Ancona e una negli Appennini".  E "Legalita' e sicurezza nell'autotrasporto" e' enche il titolo del convegno di venerdi' in cui le associazioni di categoria incontreranno l'assessore regionale ai Trasporti Alfredo Peri, il sottosegretario al ministero dell'Interno Ettore Rosato, quello dei Trasporti Andrea Annunziata e del Lavoro Antonio Montagnino.