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IMPRESE. BOOM DEL WELLNESS, E CNA PROVA A

PDL PROPOSTA A CONSIGLIERI REGIONALI: FARE ORDINE NEL SETTORE

09-11-2007

La sempre maggiore attenzione degli italiani per il cosiddetto "wellness" ha generato un vero e proprio boom del settore, con un proliferare di attivita' e centri benessere che non sempre hanno i requisiti per assicurare alla loro clientela trattamenti all'insegna della sicurezza. Per questo, Cna Emilia-Romagna lancia una proposta di legge regionale per mettere ordine in questo mare magnum "della bellezza" e fissare alcuni criteri rispettando i quali sia possibile
fregiarsi del titolo di centro benessere. Un progetto di non facile realizzazione, avverte il capogruppo dei Verdi all'assemblea legislativa, Daniela Guerra, che comunque ritiene necessario intervenire per disciplinare la materia. "L'obiettivo-
spiega il segretario regionale dell'associazione, Gabriele Morelli- e' dare certezze e garanzie agli utenti e precise linee guida agli operatori certificandone professionalita' e abilitazione".
D'altronde nella sola Emilia-Romagna dal 2002 ad oggi il settore e' cresciuto del 63% e la spesa pro-capite si aggira intorno ai 1.200 euro. Si calcola inoltre che ogni famiglia dedichi non meno di 65 euro mensili alla cura personale. Cna rappresenta circa 10 mila dei 20 mila operatori presenti a livello regionale e tra questi 1.375 attivita' riconducibili al segmento sanitario sanitario. La proposta di legge prevede, dunque, per i centri benessere tutta una serie di requisiti: ambienti idonei, dotazioni tecniche e prodotti in condizioni di sicurezza, competenze professionali adeguate per chi opera al loro interno. "L'obiettivo- spiega Daniele Dondarini, responsabile regionale di Cna Benessere- non e' individuare un nuovo soggetto concorrente con quello che gia' c'e' sul mercato,
ma piuttosto fare tesoro delle professionalita' esistenti".
Secondo le stime dell'associazione di categoria il comparto di riferimento della regolamentazione potrebbe contare in Emilia-Romagna 800 palestre, 700 centri di estetica, mille centri benessere e circa 1.200 centri idropinici e idrotermali, e, nella prospettiva del riconoscimento professionale dei profili nel campo del bionaturale, piu' di 500-600 operatori. La proposta questa mattina e' stata presentata ad alcuni consiglieri regionali della maggioranza.
"E' necessaria una definizione di livello nazionale", avverte Guerra, anche perche' si tratta di una materia concorrente tra Stato e Regioni, che, per esempio, non possono legiferare sulla creazione di nuove figure professionali. "Bisogna- aggiunge- intervenire perche' esistono operatori ben disciplinati, ma anche altri che non hanno titoli e svolgo questo tipo di attivita' in maniera non ben definita". Per questo, Guerra, assieme a Mario Mazzotti dell'Ulivo, approfondiranno il testo elaborato da Cna.
"Ci sono le condizioni per fare una nostra proposta", assicura Mazzotti.