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BOLOGNA. IMPRESE - PICCOLE E TANTE, BOOM TERZIARIO AVANZATO

IN CITTA' 14.700 AZIENDE MA LONTANE DA PERFORMANCE DI MILANO-ROMA

29-10-2007

Contava, gia' nel 2001, oltre 24.000 aziende, 73.000 addetti, con una crescita, rispetto a 10 anni prima, dell'83%. Il terziario avanzato, un grande contenitore che comprende imprese dei servizi finanziari e assicurativi, dell'informatica, della progettazione, del noleggio, della gestione immobiliare, ma anche i call center, si sta affermando come uno dei comparti economici di punta per la provincia di Bologna. Basti pensare che nel 2003 questo universo, formato in prevalenza da realta' di medie e piccole dimensioni, ha prodotto un valore aggiunto di 7,5 miliardi di euro, pari al 29,3% del Pil provinciale. All'ombra delle Due Torri si concentra, del resto, il 29% del terziario avanzato regionale (il 2,6% di quello nazionale): solo il Comune capoluogo ospita 14.700 imprese del comparto e 54.800 addetti, confermandosi un polo di aggregazione per realta' di livello avanzato in tutto il territorio.
Gran parte delle aziende si concentra nella fornitura di servizi finanziari, nell'informatica e nel global service. In particolare, negli ultimi due comparti, dal 1991 al 2001 sono nate 20 nuove imprese con oltre 100 addetti e fatturati (nel
2006) tra i 300 e i 15 milioni di euro. Nell'elenco, Manutencoop, Day Ristoservice, Crif, Promotor International, Prometeia, Cup 2000, ma anche Cna servizi. E' quanto emerge da uno studio presentato questa mattina da PromoBologna, che evidenza, pero', come per lo piu' si tratti di micro-imprese: 23.700 aziende del settore hanno meno di 20 addetti, di queste 17 mila sono individuali. "Il terziario avanzato- osserva la direttrice di  PromoBologna, Giuseppina Gualtieri- sta diventando un 'driver' di sviluppo per il territorio, senza per questo soppiantare il  manifatturiero"
Eppure non basta. Perche' se si

guarda
alla classifica delle 10 province esportatrici di servizi,
Bologna e' ben posizionata al quarto posto, ma assai

distaccata
dalle prime due in graduatoria, Milano e Roma, che

realizzano
rispettivamente il 41,5% e il 19,3% del totale nazionale dei
crediti sull'estero. Bologna, con i suoi 480 milioni di euro, si
ferma appena all'1,6%, preceduta da Torino con il 5,46%.

La sfida
per i prossimi anni consistera' dunque nel recuperare questo

gap.
"C'e' spazio per assumere un ruolo piu' forte", sostiene Gualtieri. Ci vogliono, pero', idee e grandi progetti, capaci di  attrarre investitori. "Il Paese soffre molto- osserva il presidente della Camera di commercio, Gian Carlo Sangalli - per lo (scarso, ndr) sviluppo di un terziario avanzato vero a sostegno della competitivita'. Soprattutto un tessuto fatto di imprese piccole e piccolissime ha bisogno di funzioni alte che consentano loro di crescere grazie a servizi di supporto che surroghino quelle funzioni che non hanno al loro interno".
Bologna ha tutte le caratteristiche storico-culturali necessarie a svilupparsi in questo settore e per attrarre investimenti. Serve, pero' un riposizionamento strategico della citta', perche', avverte Sangalli, "attrarre manager e' diverso
che attrarre manager in cerca di lavoro". Cosa chiedono gli investitori internazionali nel campo dei servizi? "Qualita' urbana- spiega Gualtieri- servizi efficienti, collegamenti alle reti internazionali, ma soprattutto progettualita' mirate e location di prestigio". Location, che invece, mancano.

Eppure, rivendica l'assessore comunale all'Urbanistica, Virginio Merola,
"sono noti gli sforzi dell'amministrazione in sede di pianificazione per delineare strategie di valorizzazione urbana", anche a favore del terziario.