News DIRE


RIMINI. COMMERCIO - CHIUSURE NEI FESTIVI, PRONTA L'ORDINANZA

CATEGORIE PUNTANO SU ADESIONE SCARSA ALLO SCIOPERO

18-03-2008

(DIRE) Rimini, 18 mar. - Un esito scontato. Cosi' i rappresentanti delle categorie del commercio di Rimini definiscono la decisione dei sindacati di proclamare lo sciopero per venerdi' e l'astensione dal lavoro nei giorni festivi, a cominciare da Pasqua e Pasquetta. La soluzione e' stata scelta a livello provinciale da Filcams, Fisascat e Uiltucs, dopo l'incontro di ieri con il Comune di Rimini, le categorie e le associazione di consumatori. Sul piatto, la spinosa vicenda delle deroghe alle chiusure nei 10 giorni festivi. Palazzo Garampi, in linea con la Provincia e gli altri Comuni del territorio vuole l'obbligo di chiusura solo per Natale, Capodanno e l'1 novembre e una norma unica per l'intera Provincia. "L'ordinanza e' pronta cosi' com'e' stata concordata con gli altri Comuni", spiega il vicesindaco con la delega alle Attivita' produttive Maurizio Melucci all'uscita della riunione di Giunta. Da' la deroga per aprire per sette giorni festivi su 10. Melucci ricorda che sono 10 anni che la legge regionale esiste e che ieri in Comune "non c'e' stata nessuna rottura", visto che questa linea era gia' stata concordata da tutti i Comuni, sotto il coordinamento della Provincia. "Siamo solidali con i lavoratori del commercio- aggiunge- ma il Comune non ha competenza in tema di contratto o di precariato".
     Invece, i sindacati intendono proprio estendere la trattativa alle chiusure domenicali e al contratto del commercio scaduto da 14 mesi che hanno inserito nell'appello allo sciopero. Sferrano poi un duro affondo contro le amministrazioni locali: "Hanno deciso unilateralmente di rendere lavorativi tutti e sette i giorni festivi", afferma Mauro Rossi, della segretaria della Filcams. "Sono rammaricato che questo accada in una territorio amministrato dal centro-sinsitra.
     Ai rappresentanti delle categorie, ovviamente lo sciopero non piace, ma oggi evidenziano soprattutto che cosi' non si risolve niente: "La vera questione e' il contrasto dei grandi centri commerciali", spiega Mirco Pari, segretario provinciale di Confesercenti. "Questa battaglia andava fatta 10 anni fa cioe' prima del loro insediamento e della divisione dei Comuni in fasce". Punta il dito contro una programmazione commerciale "completamente saltata negli ultimi anni". Annuisce la Cna: "Il problema e' un altro: dare pari opportunita' al piccolo commercio e alla grande distribuzione", afferma Marco Mussoni, responsabile del commercio per Cna.com. Anche le categorie vorrebbero allargare la trattativa, ma qui si tratta di accessibilita' del centro storico, mancanza di parcheggio e critiche al blocco del traffico. "Se si vuole aprire un tavolo di confronto piu' ampio siamo pronti", afferma Daniela Angelini, segretario provinciale Confcommercio. E a coordinare potrebbe essere di nuovo la Provincia: "L'abbiamo fatto quando la legge regionale prevedeva una concertazione con i Comuni", spiega Mauro Morri, assessore alle Attivita' produttive. "Siamo disponibili a farlo se ci verra' chiesto ancora".
     In attesa di venerdi' pero', tutti rimangono fermi sulle proprie posizioni. E comunque, le categorie scommettono su un'adesione bassissima. Contratto a parte, e' da circa dieci anni che non si e' visto uno sciopero del commercio a Rimini. Con meno di due dipendenti per azienda, il settore e' particolarmente frammentato e non ha una forte tradizione di lotta. E a sentir parlare di contratto, le categorie non ci stanno: "Siamo tutti d'accordo per dire che Rimini non puo' essere il capro espiatorio", dice Angelini.