CNA Benessere e Sanità


Ora le imprese di servizio alla persona possono scegliere una poltrona in affitto!

Con la denominazione di “affitto di poltrona” si fa riferimento ad uno specifico contratto in base al quale un titolare di salone di acconciatura o di centro estetico concede in uso una parte dell’immobile nel quale viene esercitata la propria attività imprenditoriale, con le eventuali attrezzature pertinenti, ad un altro imprenditore che, in possesso dei requisiti professionali richiesti dalla legge, esercita la propria impresa nei locali concessi in affitto.

17-02-2014

Detto così può sembrare tutto semplice ed ovvio, dice Laura Grilli estetista presidente dell’Unione Benessere e Sanità dell’Emilia-Romagna, ma per rendere finalmente operativo questo nuovo istituto, abbiamo lavorato alcuni anni con tanti interlocutori istituzionali. Questa soluzione risponde ad alcune specifiche istanze delle due categorie interessate (acconciatura ed estetica) che sono emerse negli anni recenti soprattutto a fronte della perdurante crisi dei consumi.

L’attuale contesto di mercato, in effetti, espone le imprese del benessere e dei servizi alla persona, ad una significativa contrazione dei consumi dei servizi e questo, a fronte dei rilevanti costi fissi e di funzionamento che, unitamente ai pesanti oneri fiscali e parafiscali, mettono a repentaglio la stabilità delle imprese attive in questo segmento di mercato.

I riflessi sull’occupazione sono evidenti anche per effetto della minore propensione all’assunzione che gli imprenditori inevitabilmente manifestano in periodi di recessione e per i giovani qualificati, che hanno difficoltà a farsi carico degli oneri conseguenti all’apertura di un’attività, la possibilità di avviare l’impresa affittando una poltrona od una cabina di estetica, permette di entrare nel mondo del lavoro con una propria attività autonoma che, altrimenti, l’attuale congiuntura, renderebbe parecchio complicata.

Siamo quindi in presenza di uno strumento nuovo che ha potenzialità per contrastare la contrazione di imprese, dei fatturati e degli addetti del comparto del benessere in epoca di crisi dei consumi, fornendo, in particolare ai giovani, soluzioni maggiormente praticabili rispetto a quelle tradizionali.

Auspichiamo, però, dice Daniele Dondarini Resp. CNA Unione Benessere e Sanità dell’Emilia-Romagna che lo strumento resti appannaggio della sola imprenditoria e non venga usato per liberalizzazioni selvagge che deformino il settore in un insieme di liberi professionisti senza sede fissa sul modello di altri mercati perché questo favorirebbe anche pratiche di esercizio abusivo alimentando economie sommerse che non auspichiamo ne per gli operatori ne per i clienti.

I servizi alla persona devono caratterizzarsi, sempre più, per l’alta qualificazione degli operatori, la sicurezza delle procedure e l’efficacia ed efficienza delle prestazioni e dei protocolli erogati e non deve degenerare nella sommatoria di mille operatori professionali incontrollabili ed invisibili che agisce senza offrire garanzie e qualità che il pubblico, sempre più esigente, invece, ricerca in tutti gli operatori del benessere.

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