CNA Benessere e Sanità


Estetica in farmacia: le estetiste chiedono alla Regione parità di trattamento

La Regione Emilia-Romagna ha da poco varato la L.R. 27/2016 concernente l’organizzazione degli esercizi farmaceutici che prevede la possibilità, per le farmacie, all’art. 17 “Attività e servizi erogabili in farmacia”, di erogare anche servizi sanitari ed estetici. CNA Unione Benessere e Sanità dell’Emilia Romagna, a tale proposito, ritiene che, per tutta una serie di profili, la legge non chiarisce a sufficienza le modalità di esercizio delle attività sanitarie e dell’artigianato di servizio che le farmacie potranno erogare.

25-03-2016

“La Regione lascia la porta aperta alla possibilità di esercitare attività sanitarie e di estetica in modo non coerente con la disciplina a cui sono sottoposti gli altri operatori di tali settori e cioè le strutture sanitarie ed i centri di estetica” afferma la Presidente dell’Unione Benessere e Sanità Laura Grilli.
CNA non ritiene adeguato un generico richiamo, come riportato allo stesso art. 17 della Legge Regionale, al rispetto della normativa vigente per tali attività ed in questa alle disposizioni previste dai regolamenti locali, per garantire le medesime condizioni operative vigenti per le imprese anche alle farmacie, anche perché, nel caso delle farmacie, non è previsto alcun regime sanzionatorio.
“Risulta a questa Confederazione che le farmacie che hanno intrapreso l’erogazione di tali servizi, anche prima dell’uscita del provvedimento regionale, agiscano, spesso, al di fuori di quel quadro regolamentare richiamato dalla norma regionale, erogando, inoltre, nei medesimi spazi sia servizi sanitari che artigianali (estetica) senza ottemperare all’esclusività degli ambienti ad uso sanitario” riferisce Daniele Dondarini responsabile regionale CNA Benessere e Sanità.
Non solo; CNA registra l’erogazione di prestazioni di estetica, da parte delle farmacie, anche senza l’estetista o senza la presenza del Responsabile Tecnico oppure, quando c’è, puntualizzano Grilli e Dondarini: “è presente solo per il tempo di erogazione della prestazione e non per il periodo di apertura dell’esercizio come richiesto a tutti i centri di estetica”.
Allora cosa chiede alla Regione, la CNA, per riequilibrare questo diverso trattamento delle farmacie rispetto agli altri operatori di mercato?  “Chiediamo che la Regione provveda alla tempestiva emanazione di linee guida, peraltro ipotizzate proprio all’art. 21 del medesimo provvedimento” conclude Laura Grilli, “solo precisando in modo puntuale le medesime modalità di erogazione vigenti per i centri di estetica si potrà evitare una penalizzazione di tante piccole imprese artigiane dell’estetica”.
Conosciamo ed abbiamo condiviso l’attenzione da parte delle Amministrazioni locali e della Regione verso il contrasto all’esercizio abusivo di attività artigiane e sanitarie e contro l’illegalità in genere e, per questo, ci aspettiamo che anche nella redazione dei provvedimenti regionali di specifiche attività, si faccia il massimo sforzo per non favorire situazioni irregolari ed abusive e tali da costituire una concorrenza sleale nei confronti delle imprese sanitarie od artigiane dei servizi alla persona presenti sul territorio” conclude, a sua volta, Dondarini
CNA, per parte sua, superato un ragionevole periodo di adeguamento a quanto previsto dal provvedimento regionale, auspicando che i titolari di farmacia provvedano a regolarizzare la propria posizione, procederà a segnalare ogni condizione che venisse riscontrata quale irregolare od abusiva per ripristinare un livello di correttezza tra i competitori sul mercato di riferimento, sia esso quello della sanità privata che quello dell’artigianato di servizio.