CNA Servizi alla Comunità


I carrozzieri CNA sull'RC auto: "le nuove norme penalizzano consumatori e autoriparatori"

Comunicato stampa del 7 febbraio 2012.  Prezzi più cari del 30% per chi sceglie il proprio carrozziere di fiducia per far riparare un veicolo danneggiato in un incidente stradale anziché le officine convenzionate con le compagnie di assicurazione.

07-02-2012

Comunicato Stampa

Bologna, 7 febbraio 2012 - Maggiori costi e minore libertà di scelta per i consumatori, e alterazione dei principi della concorrenza per le imprese di autoriparazione: sono questi i rischi che si corrono con l’entrata in vigore dell’articolo 29 del decreto liberalizzazioni sulle norme in materia di Rc Auto.
Lo denunciano i carrozzieri di CNA Emilia Romagna che si uniscono al coro di proteste nazionali contro il comma 2 dell’art. 29 del decreto che penalizza con un maggiore costo, pari al 30%, i consumatori che decidono di far riparare dal proprio carrozziere di fiducia il veicolo danneggiato in un incidente stradale.
La protesta che ha preso il via giovedì 2 febbraio, con l’autodizione in commissione al Senato, nella quale è stato presentato un apposito emendamento da Rete Imprese Italia, proclamerà domani 8 febbraio un’iniziativa nazionale presso la Sala Capranichetta in piazza Montecitorio a Roma.
La gravità del momento è massima: in pratica, con le nuove norme i consumatori solo in teoria sarebbero liberi di scegliere tra il risarcimento “in forma specifica”, cioè la riparazione gratuita dell’auto attraverso officine convenzionate con la compagnia di assicurazione, oppure il risarcimento “per equivalente” che consiste nel rimborso del danno dalla propria compagni di assicurazione. Ma, secondo il decreto, chi sceglie il risarcimento “per equivalente” si vedrà decurtato del 30% l’assegno che gli spetta dall’assicurazione.
Ecco perché, secondo i carrozzieri CNA, il comma 2 dell’articolo 29 altera in maniera evidente la libera concorrenza nel mercato dell’autoriparazione: l’automobilista/assicurato non può più scegliere di farsi riparare l’auto da chi vuole, tranne se non decide rimetterci di tasca propria il 30% di quanto gli è dovuto. In tal modo si viola anche la sentenza n. 180/2009 della Corte Costituzionale secondo la quale il risarcimento diretto, al cui interno di colloca il risarcimento in forma specifica, è facoltativo.
“Ma a rimetterci – precisa il presidente di CNA Servizi alla Comunità dell’Emilia Romagna Angelo Colacicco – sono anche le imprese di autoriparazione indipendenti che verrebbero assurdamente penalizzate dalla competizione con quelle convenzionate con le compagnie di assicurazione, le quali si vedrebbero canalizzato il lavoro direttamente da queste ultime. Non ci sembra proprio il massimo in quanto a tutela della libera scelta del consumatore e tutela della concorrenza del mercato dove operano sia le imprese di autoriparazione convenzionate che quelle indipendenti”.


La responsabile comunicazione
Cristina Di Gleria
Tel. 051 2133100; cell. 348 3619990

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