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No al taglio dei finanziamenti per i patronati

Comunicato stampa, 13 novembre 2014. Epasa Emilia-Romagna: “Quest’anno abbiamo già elaborato 35.000 pratiche, abbiamo supportato gli enti previdenziali, il Parlamento deve intervenire”

13-11-2014

Bologna, 13 novembre 2014 - Nella Legge di Stabilità 2015 attualmente all'esame del Parlamento è presente un articolo che impone un taglio robusto al finanziamento per l'attività dei patronati.
Questa scelta mette in seria difficoltà l'attuale impianto organizzativo dell'intero sistema dei patronati italiani i quali finora hanno lavorato per garantire l’esigibilità dei diritti sociali dei cittadini ed hanno supportato gli enti previdenziali da quando questi ultimi hanno progressivamente chiuso gli sportelli al pubblico affidando alla esclusiva modalità telematica la presentazione delle istanze di prestazione e servizio.
Un ruolo, quello dei patronati, fondamentale, se consideriamo che nei primi 10 mesi di questo anno le pratiche elaborate dal Patronato Epasa a livello regionale sono state 35.571, e che a livello nazionale, per i patronati transitano il 96% delle domande di assegno sociale, il 77% delle domande di indennità di accompagnamento, il 93% delle domande di pensione di anzianità o anticipata, il 96% delle domande di pensione ai superstiti, l’89% delle domande di pensione di inabilità, il 91% delle domande di pensione di vecchiaia, il 94% delle domande di pensioni supplementari, il 64% delle domande di ricostituzione pensione per contributi pregressi, il 94% delle domande di ricostituzione pensione per supplemento e il 32% delle domande di rinnovo assegno di invalidità.
Il Patronato EPASA, è consapevole della difficile situazione del Paese e della necessità di dovere contribuire all’azione di risanamento e all’ammodernamento dell’Italia, ma chiede un’azione sostenibile.
Si tratta di servizi assolutamente gratuiti a cui i cittadini possono accedere – servizi che non potranno più essere garantiti se il taglio ai patronati sarà confermato.
Speriamo che i tagli previsti dalla stessa Legge di Stabilità agli enti locali, le regioni e i comuni non vadano a incidere negativamente sui servizi ai cittadini, ma si traducano davvero in una razionalizzazione e un efficientamento della spesa pubblica.
Ufficio comunicazione

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