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Caro carburante, meno demagogia

La CNA-FITA chiede a Governo e Antitrust meno demagogia, più controlli e soprattutto sanzioni adeguate. Subito il decreto attuativo per la sterilizzazione dell’Iva

07-08-2007

Comunicato Stampa

CARO CARBURANTE ? NON E’ UNA NOVITA’
 PECCATO CHE QUALCUNO SE NE ACCORGA SOLO ADESSO

Bologna, 7 agosto 2007.  I prezzi al consumo dei carburanti in Italia sono sotto accusa. Era ora - commentano i dirigenti di CNA-FITA - l’Associazione degli autotrasportatori che già nel mese di gennaio aveva denunciato il “cartello petrolifero”, dando il via alla procedura dell’Autorità della concorrenza contro nove Compagnie petrolifere, il cui iter incomprensibilmente, risulta peraltro ancora fermo.
A partire dal 2003 CNA-FITA monitora e cataloga settimanalmente tutte le variazioni dei prezzi dei carburanti alla pompa, con particolare attenzione a quelli del gasolio per autotrazione.  
“Quello che emerge – spiega Giovanni Montali segretario CNA-FITA Emilia Romagna – è un’anomalia per la quale non solo l’Italia risulta il Paese più caro dell’Unione Europea, ma anche il Paese dove le Compagnie, di fatto, si comportano come se fossero un’unica azienda. Lo si vede chiaramente, analizzando le variazioni dei prezzi: ad ogni variazione del prezzo da parte di ENI, che detiene la maggior quota del mercato, consegue un adeguamento automatico, in termini sia temporali che quantitativi, da parte delle altre. E questo succede sistematicamente. Questo è un dato eclatante che dovrebbe saltare agli occhi di un qualsiasi osservatore; e ce n’è un altro, altrettanto preoccupante che noi denunciamo da tempo: da quando i consumi del gasolio hanno superato in termini netti quelli della benzina, i margini lordi, vale a dire i rincari effettuati dalle Compagnie petrolifere sono avvenuti in misura assai più rilevante sul gasolio. Nel luglio 2006 il costo del greggio al barile era di 77,03 dollari; a gennaio 2007 di 51,24 dollari, vale a dire 25,79 dollari in meno, pari al -33,48%. Sempre nel luglio 2006 il prezzo del gasolio per autotrazione alla pompa era di 1,223 euro al litro; a gennaio 2007 è sceso a 1,098 euro con una differenza di solo -0,125 euro pari al -10,22%; oggi, è risalito superando la  soglia di 1,203 euro.”

Una vera e propria truffa a danno non solo degli autotrasportatori, ma di tutti gli automobilisti, espropriati di un mancato risparmio del 23,26% che si è invece tradotto in un super introito per le Compagnie.
“Quello che meraviglia – prosegue Montali – è che nonostante le nostre reiterate e circostanziate denunce, sia il Ministero per lo sviluppo, sia il Presidente dell’Antitrust, sembrano accorgersi solo adesso di quanto accade. Il caro carburante made in Italy, non ha alcuna ragion d’essere, se non per comportamenti prettamente speculativi. Già da alcuni mesi, infatti, considerando il favorevole rapporto euro/dollaro, il prezzo del carburante alla pompa sarebbe dovuto scendere. Invece, abbiamo assistito ad aumenti costanti fino alle cifre record di questi giorni”.
Cosa succederà adesso? “Non è la prima volta – spiega il segretario regionale di CNA-FITA - che le Compagnie petrolifere sono sotto accusa. Quattro anni fa erano state addirittura condannate per accordi di cartello; ma il TAR accolse il loro ricorso e tutto finì in una bolla di sapone”.  

Cosa servirebbe allora? Montali non ha dubbi “definire subito strumenti che tempestivamente possano intervenire su questi fenomeni, punendoli e liberalizzando davvero il mercato, impedendo che pastoie procedurali e tempi biblici consentano, ancora una volta, scappatoie e aggiungano così al danno, la beffa per milioni di consumatori e centinaia di migliaia di imprenditori”.
Intanto, per salvaguardare autotrasportatori e consumatori, defraudati di almeno 3 euro a pieno per autovettura (circa 1,1 miliardi di euro su base annua di surplus speculativo) qualcosa si può fare da subito. Basta applicare un provvedimento automatico sulle imposte, attuando il decreto per la sterilizzazione dell’Iva sui carburanti come previsto dalla legge Finanziaria.

A questo punto – conclude Montali – al di là dei ridicoli ribassi pilotati di questi ultimi giorni, occorre che Governo e Antitrust mettano in atto controlli severi e sanzioni certe, imponendo alle Compagnie petrolifere comportamenti corretti e trasparenti all’insegna di regole di mercato vere. Al Ministro Bersani, inoltre, chiediamo di rendere operativa la norma, con un decreto attuativo che definisca condizioni, modalità e termini di utilizzo della sterilizzazione Iva. Diversamente si potrebbe anche pensare che lo Stato sia cointeressato all’aumento del carburante”.


Cordiali saluti.


La responsabile comunicazione
Cristina Di Gleria
(tel. 051/6099413; cell. 348/3619990)