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La posizione di CNA sul referendum art.18

La CNA ribadisce la propria ferma ed assoluta contrarietà al referendum finalizzato all’estensione dell’art. 18 alle imprese con meno di 16 dipendenti, che si svolgerà il 15 giugno

15-06-2003

Le ragioni di merito che sostengono questa posizione, trovano il loro fondamento nella natura e nelle caratteristiche delle piccole imprese.

 La reintegra obbligatoria nel posto di lavoro è una ipotesi che non si adatta alle caratteristiche del rapporto che si instaura tra datore di lavoro e lavoratori in imprese di piccole dimensioni.

 Si tratta infatti sempre anche di un rapporto personale basato sulla quotidianità, la fiducia e la condivisione degli obiettivi dell’impresa e dunque su atteggiamenti fortemente collaborativi.

 Il fatto inoltre che detto rapporto si svolga normalmente in spazi limitati, da un lato rafforza le caratteristiche suddette, dall’altro rende ancor più improponibile l’ipotesi che la continuazione della collaborazione non sia il frutto della comune volontà delle parti ma venga imposta da un terzo: un giudice.

 Da tutto ciò deriva che l’estensione dell’articolo 18 frenerebbe la capacità occupazionale delle piccole imprese ed allargherebbe il già patologico ambito dell’economia sommersa.

 Inoltre la CNA dice NO anche ad un metodo che assegna alla necessariamente schematica logica referendaria problemi complessi che richiedono soluzioni molto più articolate di quelle che possono derivare da un si o da un no.

 In questo caso poi lo strumento referendario viene utilizzato per espropriare i soggetti di rappresentanza sociale di temi che sono di loro specifica competenza e che vanno affidati appunto alla loro capacità di sintesi e di mediazione degli interessi e delle realtà in campo.

 Da tutto ciò deriva il fermo NO della CNA al referendum.

 Tale NO conseguentemente può essere politicamente declinato sia attraverso il voto, sia attraverso il non voto quale consapevole rifiuto dell’esproprio che si vuole operare ai danni dei soggetti sociali naturali titolari di interessi e di ricerca di soluzioni.

 In questo caso il non voto non rappresenta espressione di agnosticismo o peggio di qualunquismo, ma al contrario si configura come consapevole scelta politica e comportamento democratico.

 Per queste ragioni dunque ambedue le dichiarazioni del convincimento negativo nei confronti del referendum vanno ugualmente illustrate e motivate attraverso un campagna che sconfigga le posizioni di chi sta cercando di rallentare il percorso del nostro Paese verso la modernizzazione spacciando posizioni ideologiche per reali interessi dei lavoratori.

Direzione Nazionale CNA del 15 maggio 2003

 


 

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