Informa in breve


CNA Federazione Regionale Emilia Romagna

FINANZIARIA 2005, NON CI SIAMO. CRITICA LA CNA.IL SEGRETARIO REGIONALE ALLARI: COSI' SI MORTIFICANO LE IMPRESE, SI FRENA LA RIPRESA E SI DISATTENGONO GLI ACCORDI

06-10-2004

Se questa non � una stangata, poco ci manca. Questo in estrema sintesi il giudizio della CNA Emilia Romagna (70.000 imprese associate) sulla manovra economica del Governo.
In un momento assai delicato della congiuntura internazionale, che provoca riflessi inquietanti sull�economia globale (basti pensare al prezzo del greggio, ormai stabilmente fissato a 50 dollari al barile) - dichiara Giorgio Allari, segretario regionale della Confederazione - 
l�Italia ha bisogno di una manovra economica di ampio respiro, con interventi strutturali, con incentivi mirati, e con tagli specifici alle spese improduttive e agli sprechi. Quella presentata dal Governo non possiede alcuno di questi requisiti; si tratta di un tentativo, nemmeno tanto arguto, di aumentare le tasse alle imprese minori e ai lavoratori autonomi, attraverso il meccanismo della revisione degli studi di settore, che diventa annuale, e che dovrebbe garantire un gettito aggiuntivo dai 3 ai 7 miliardi di euro:  una sorta di minimum tax mascherata.
Quando vennero proposti gli studi di settore
, spiega  il segretario CNA,
le Associazioni di categoria si prestarono a collaborare per definire al meglio gli indicatori economici tipici di ogni zona e mestiere; adesso, viene tradito lo spirito dell�accordo, basato su un interscambio tra imprese e Pubblica Amministrazione di informazioni trasparenti e documentate, in quanto si supera la specificit� e si punta all�automatismo nell�incrementare i ricavi aziendali.
Non solo: gli imprenditori saranno vessati anche sotto il profilo burocratico, grazie alla reintroduzione, dopo 10 anni, dell�obbligo di tenuta degli elenchi di clienti e fornitori.
Le Regioni ed i Comuni potranno incrementare la spesa nel limite del 4,8% rispetto al bilancio 2003; in cambio, potranno aumentare liberamente imposte locali, tasse e tariffe. In altre parole, il Governo trasferisce dal centro alla periferia l�incombenza di mettere le mani nelle tasche dei cittadini.
E non basta ancora: infatti, il vincolo di aumento di spesa per le amministrazioni centrali e locali, fissato al 2% per il triennio 2005-2007, si applicher� non solo alla spesa corrente, ma anche agli investimenti: come potremo mai agganciare la ripresa economica mondiale, se si tagliano gli investimenti?

Il Governo ha pensato bene di rivedere gli estimi catastali delle case di pregio, e questo pu� essere giusto � prosegue Allari -
ma  anche di rendere obbligatoria l�assicurazione contro i danni da calamit� naturali per i proprietari di immobili, e questo appare meno giusto, attesa la posizione di assoluto cartello monopolistico di cui le compagnie assicuratrici godono: la vicenda assicurazioni auto insegna. In sostanza, mentre non si vedono le sbandierate diminuzioni di tasse, anzi, il contrario, si preannuncia un diluvio di ticket sanitari, aumenti tariffari, balzelli locali vari.
E lo sviluppo del Mezzogiorno? Meglio lasciare stare, attesa la riduzione dei fondi per lo sviluppo delle aree depresse.
Resta da vedere cosa ci sar� nella manovra collegata alla Finanziaria 2005, che verr� predisposta in ottobre: la CNA si aspetta che contenga misure adeguate per il rilancio delle imprese, la tanto sbandierata riduzione delle imposte (le due aliquote IRE del 23% e 33% sembrano ormai una chimera) e provvedimenti per favorire l�internazionalizzazione del sistema produttivo.
Al momento, salvo clamorose correzioni di rotta, il giudizio sulla Finanziaria 2005 � negativo; non c�� delusione, in quanto da tempo traspare che i conti pubblici confliggono con le promesse elettorali.