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Comunicato stampa

Vertenza ausili ortopedici: le AUSL non pagano e le imprese decidono di interrompere le forniture.

06-03-2003

La misura sembra davvero essere colma. Ad un mese dalla denuncia di CNA Emilia Romagna e FIOTO (la Federazione delle imprese dei tecnici ortopedici) sulle “inaccettabili lentezze” con cui le AUSL fanno fronte ai pagamenti verso i fornitori, nulla è cambiato. I ritardi, che in alcuni raggiungono i 15 mesi, gravano pesantemente sulle imprese che forniscono ausili per disabili, protesi e dispositivi ortopedici su misura, esponendole sul piano finanziario in termini ormai non più sopportabili.

Malgrado la denuncia della pesante situazione in essere che, per alcune AUSL (Bologna Città, Rimini, Bologna Nord e Reggio Emilia su tutte) tocca cifre ragguardevoli, nulla è cambiato: non si sono registrati miglioramenti, né sono state assunte iniziative di alcun genere che possano lasciare intravedere possibili spiragli per una soluzione positiva della vertenza. Neppure da parte della Regione Emilia-Romagna, che pur aveva inizialmente mostrato interesse in tal senso.
A questo punto – dichiara il presidente di FIOTO Emilia Romagna, Paolo Landini visto che la disponibilità e la buona volontà mostrate dalle imprese, a nulla sono valse, ci resta una sola decisione da assumere: l’interruzione immediata di tutte le forniture, sperando quanto meno di rientrare dei crediti vantati che superano ormai i 15.000.000,00 (30 miliardi delle vecchie lire), senza accumularne altri”.

Una decisione questa che avrà quale conseguenza il venir meno di ausili e protesi per disabili e pazienti con necessità a vari livelli. “D’altra parte – prosegue Landini – è abbastanza inutile, prevedere interventi e servizi socio-sanitari nell’ambito di un welfare regionale che si propone di assicurare risposte adeguate ai bisogni dell’utenza, se poi si fanno venir meno le condizioni perché questi possano realmente essere fruibili dagli assistiti”.


L’alternativa che si prospetta, visti i forti costi di gestione a carico delle imprese, anche per gli elevati standard di qualità richiesti loro, pare essere solo quella di una drastica contrazione degli occupati; riduzione che in pochi mesi porterebbe al ridimensionamento di un settore che vanta grandi tradizioni sia in regione sia su scala nazionale.


 

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