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DL Dignità. Cna: forte delusione per le modifiche ai contratti a tempo determinato

Comunicato stampa. Bologna, 8 agosto 2018. La conversione in legge del Decreto Dignità senza prestare attenzione alle preoccupazioni sulle modifiche ai contratti a tempo determinato, che ad alta voce si sono alzate per settimane da grandissima parte del mondo datoriale, ma in particolare da artigiani e piccole imprese, non può non lasciare dietro di sé una fortissima delusione.

08-08-2018

La reazione di CNA, a tutti i livelli confederali, è univoca. L’aspetto più criticato è legato alle modifiche ai contratti a tempo determinato e la mancata reintroduzione dei voucher per tutte le micro e piccole imprese.

“Un Decreto – afferma il Direttore di CNA Emilia Romagna, Fabio Bezziche non costruisce strumenti nuovi e più efficaci per coniugare mercato, regole e diritti dei lavoratori, ma modifica in senso peggiorativo regole e strumenti ben funzionanti e efficienti come i contratti a tempo determinato. Prima di dipingere l’Italia come un Paese in emergenza per la precarizzazione del lavoro, bisogna rendersi conto che la ripresa dell’occupazione in questi anni è stata possibile proprio grazie ad una legislazione adattiva che ha fatto incrociare le esigenze di chi domanda e di chi offre lavoro, consentendo a migliaia di lavoratori di uscire dal “nero”, da un precariato fatto di finte partite Iva, di finti soci di cooperative, e di poter disporre della protezione piena di un contratto collettivo con tutele, garanzie e diritti”.

Guardiamo le cifre: da un’analisi comparata dell’occupazione in Italia e in Europa emerge che siamo esattamente nella media e non rappresentiamo nessuna eccezione. La quota di occupati con contratto a tempo determinato, pari al 12,1% è esattamente in linea con il dato dell’Unione Europea, e addirittura più bassa rispetto a quella media dell’area euro, 13,7%. La Francia è a quota 14,8%, l’Olanda è al 18,1%, il Portogallo al 19% e in Spagna quasi un lavoratore su quattro a un impiego a tempo determinato 22,4%.

“In Europa – conclude Bezzinessuno si sognerebbe di pensare che un contratto a tempo determinato è un “contratto a bassa dignità” o “a dignità limitata” per il lavoratore rispetto al contratto a tempo indeterminato. Avevamo chiesto, piuttosto, di fare una cosa semplice. Reintrodurre i voucher per tutte quelle micro e piccole imprese che ne hanno spesso bisogno per limitate esigenze di lavoro e di produzione. Non siamo stati ascoltati e il problema resta, e prima o poi occorrerà metterci mano per risolverlo”.

 

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