Indagini congiunturali


Presentati dalla CNA i dati sulla congiuntura nel trimestre luglio-settembre

ECONONIA IN AFFANNO, LE PMI REAGISCONO INVESTENDO E CONQUISTANDO NUOVI SPAZI SUI MERCATI ESTERI Davanti al permanere delle difficoltà che affliggono il quadro macro economico nazionale, diventa sempre più difficile per le imprese, restare a galla. Tuttavia aziende artigiane e pmi reagiscono con grande dinamismo, ed incassano un trimestre tutto sommato favorevole.

11-10-2005

Il trimestre luglio-settembre si è chiuso all’insegna di una sostanziale stazionarietà, anche se le imprese hanno incassato risultati migliori rispetto ai timori espressi a fine giugno. Il risultato più promettente proviene dal buon incremento di ordinativi e commesse e dalla rinnovata voglia di investire: 2 aziende su 3, prevedono di  effettuare investimenti in nuove tecnologie, standard di qualità e risorse umane  nei prossimi sei mesi. Bene anche l’export, in deciso aumento  rispetto al trimestre precedente. La nota meno positiva viene dall’occupazione, che ha visto arrestarsi la  pur debole crescita registrata nei sei mesi  precedenti. Le aziende artigiane e pmi emiliano romagnole, pur con crescenti difficoltà incassano dunque un trimestre tutto sommato di segno positivo; gli imprenditori  riprendono fiato e fiducia per l’andamento della propria azienda, ma  la situazione negativa dell’economia italiana fa si che il clima previsionale sia caratterizzato ancora da un notevole pessimismo. Anche le prospettive per l’economia regionale, pur in misura minore, non sono orientate positivamente. Tra i comparti, il manifatturiero è quello che negli ultimi tre mesi ha evidenziato i risultati decisamente migliori, soprattutto il settore metalmeccanico (il 41,1% delle imprese del settore ha segnalato un aumento della produzione), mentre quello delle costruzioni risulta in flessione rispetto alle previsioni; l’aumento dei prezzi delle abitazioni potrebbe aver indebolito la domanda. Trend stazionario per il comparto dei servizi. Una dinamica in crescita evidenziano anche le imprese che operano sui mercati internazionali.
Questi in sintesi i risultati della rilevazione sull’andamento della congiuntura nel trimestre luglio-settembre 2005, effettuata per conto dell’Osservatorio regionale CNA dall’Istituto Freni Ricerche Marketing di Firenze e presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Bologna.
La gravità  della crisi ha indotto la CNA per questa rilevazione, ad affiancare alle imprese eccellenti che compongono il panel dell’Osservatorio, anche un campione estratto casualmente tra le imprese associate con almeno due dipendenti per un totale di 232 imprese intervistate.

La Congiuntura chiude nel segno più, ma si acuiscono le difficoltà

Il terzo trimestre del 2005 ha visto il mantenimento del trend di lieve crescita registrato nei tre mesi precedenti. L’andamento degli ordinativi risulta abbastanza promettente; il 31% degli imprenditori intervistati evidenzia come tra luglio e settembre si sia registrato un aumento della Produzione /Attività, che sale al 38,6% per le aziende che operano anche all’estero; un deciso aumento è segnalato dal 5,2% che diventa il 6,8% per le imprese che esportano; un andamento stazionario si registra per il  37,9%; un lieve rallentamento per il 21,6% ed infine, un deciso rallentamento per il 3,4%. Il trend positivo, si conferma anche per quanto riguarda le previsioni per gli ordinativi nei prossimi tre mesi, con un orientamento più ottimistico per il comparto manifatturiero (37,88%), rispetto a costruzioni (22,7%) e servizi (34,1%). Segnali di fiducia provengono in particolare dalle aziende impegnate sui mercati internazionali, che prevedono una crescita attorno al 43%. Non c’è stato nel trimestre trascorso,  spazio per un aumento dei prezzi che consentisse il recupero dei costi dovuti all’impennata di materie prime e petrolio. L’84,5% delle imprese  non ha effettuato alcun aumento, solo lo 0,9% ha aumentato i prezzi oltre il 3% ed un 6%  fino al 3%. Anche per il Fatturato il terzo trimestre dell’anno 2005 evidenzia un andamento complessivo di crescita rispetto al trimestre precedente; il segno più si accentua tra le imprese del comparto manifatturiero, mentre nel comparto costruzioni un’impresa su quattro ha registrato una flessione.
Segnali non positivi vengono invece dall’Occupazione, rimasta pressoché stabile tra le imprese eccellenti, in calo presso le altre imprese (campione casuale). Tra luglio e settembre, si è arrestato il trend di crescita registrato per la prima volta ad inizio anno e confermatosi, anche se ad un ritmo meno intenso, nel trimestre precedente. Tra le imprese eccellenti, i livelli di occupazione sono rimasti stabili  per quanto riguarda sia gli addetti che i dipendenti, mentre presso il campione di imprese estratte casualmente, si registra rispetto al trimestre precedente, una perdita di quasi il 2% nel numero degli addetti e di circa l’1% nel numero dei dipendenti.
Molto buono risulta l’andamento dell’Export, che si dimostra la vera valvola di sfogo per le produzioni regionali. La quota di fatturato sviluppata sui mercati esteri è cresciuta dal 10 al 15% ( il mercato finale nazionale pesa complessivamente l’85% rispetto al 90% del trimestre precedente). Fra le imprese attive anche sui mercati internazionali, la quota di fatturato realizzato al di fuori del mercato nazionale, raggiunge il 39%, in deciso aumento rispetto al 33% registrato a fine giugno.
Positiva la tenuta degli Investimenti. Negli ultimi sei mesi, poco meno della metà delle imprese eccellenti ha investito in nuove tecnologie e nuovi impianti di produzione; quasi 2 aziende su 3 prevedono di investire nei prossimi sei mesi. La scelta di continuare, comunque, ad investire  appare conseguente all’aggravamento dello scenario competitivo: le pmi  della regione rispondono puntando sul miglioramento degli standard qualitativi di produzione, sulla sostituzione di impianti superati, sull’aumento della capacità produttiva del personale, sul lancio di nuovi prodotti/servizi.

I fattori di criticità

Lo scenario economico si mantiene tuttavia debole; troppi i fattori che creano difficoltà di mercato per le imprese. Tra questi, gli intervistati pongono in primo piano l’eccessivo costo del lavoro, che si acuisce ulteriormente rispetto alle rilevazioni nei  trimestri precedenti, assolutamente spiazzante rispetto ad altri Paesi, compresi alcuni Paesi europei (esempio la Spagna) per le imprese del comparto manifatturiero; gli eccessivi costi di gestione e la sfiducia dei consumatori che  indebolisce la domanda interna; in crescita anche il ritardo nei pagamenti da parte dei clienti ed i prezzi delle materie prime.
La  Romagna chiude con un consuntivo migliore ma è più pessimista dell’Emilia sul futuro
Complessivamente più positivi i risultati raggiunti dalle imprese dell’area Romagna e quelle ferraresi  che hanno evidenziato un incremento più intenso di produzione/attività ed un trend migliore nella crescita degli ordinativi rispetto a quelle dell’area Emilia (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza). La situazione si inverte  in termini di attese per i prossimi tre mesi: gli imprenditori romagnoli mostrano una percezione ancora più negativa per le prospettive dell’economia, specie per quanto riguarda  il sistema Italia.
A livello delle singole province, è Parma quella che evidenzia il maggior incremento nell’andamento della produzione (50%), seguita da Modena (41%), Reggio Emilia (38,9%), Ferrara (35,7%), Rimini (33,3%) e Forlì-Cesena (31,6%), Bologna (il 17,3%). Parma in testa anche per quanto riguarda l’andamento di ordinativi e commesse (50%) , seguita da Ferrara (42,8%),  Rimini (42,8%), Modena (41%), Forlì-Cesena (36,4%),  Bologna (34,7) e Reggio Emilia (33,3%). La stazionarietà caratterizza invece le imprese di Ravenna e Piacenza (oltre il 62%). Sulla scorta dei risultati raggiunti, le imprese di Parma si mostrano ottimiste anche per i prossimi tre mesi: per il 75% prevedono infatti un lieve incremento ordini e produzione; buone le prospettive anche per le imprese  di Forlì-Cesena (47,4%) e per quelle ferraresi (42,9%) e reggiane (38,9%); queste ultime tuttavia sono quelle che prevedono in percentuale maggiore (5,6%) un deciso aumento, seguite dalla imprese di Forlì-Cesena con il 5,3%. Bene anche le imprese riminesi che prevedono un lieve incremento per il 25%. Come detto, sul futuro, gli emiliani sono meno pessimisti: a prevedere un miglioramento dell’economia regionale, seppur lieve, sono infatti il 35,3% delle imprese modenesi, il 25% di quelle di Parma, il 17% di quelle bolognesi ed il 16,7% di quelle reggiane; per l’area romagnola, si rileva il 21,1% tra le imprese di Forlì-Cesena, l’8,3% di quelle riminesi e poi il 21,4% di quelle ferraresi. Nessuno, né in Emilia, né in Romagna indica un deciso aumento. In prevalenza stazionarie o in flessione le indicazioni degli imprenditori di Ravenna e Piacenza.  Imprese riminesi in testa invece per investimenti effettuati e quelli programmati per i prossimi mesi (58,3%); seguono le imprese di Ferrara (57,1%), Modena (53%), Forlì-Cesena (52,6%), Bologna (47,4%) e Reggio Emilia (44,4%).
Nessuna ripresa per l’economia italiana; prospettive poco rosee anche per l’economia regionale
Il quadro disegnato dall’analisi congiunturale del terzo trimestre del 2005, nonostante i risultati ancora accettabili, conseguiti, non appare tuttavia sereno. Le attese per i prossimi tre mesi si mantengono sfavorevoli. La percezione sulle prospettive dell’economia italiana resta decisamente negativa;  la fiducia è ridotta al minimo mancano le prospettive di una ripresa.
Anche per quanto riguarda le prospettive dell’economia regionale, seppur con toni più contenuti, il clima previsionale non è incoraggiante. La favorevole discrepanza tra il trend tuttora complessivamente positivo delle pmi dell’Emilia Romagna e la congiuntura sfavorevole dell’economia italiana, va dunque riducendosi.  Solo a livello di evoluzione nell’andamento della propria azienda, si registra una prospettiva di segno complessivamente positivo, con l’eccezione delle imprese del comparto costruzioni.

 

Per consultare il forum congiunturale dell?emilia Romagna, aprire l'allegato.


Per approfondire